sabato 15 agosto 2009

Una mattina mi svegliai.....

Una mattina mi svegliai in uno stato inversamente proporzionale al giorno prima, strano…..eppure appena ieri stavo alla grande!! Quando hai 18 o 19 anni pensi a tutto tranne che alla fragilità emotiva che scopri di avere per puro caso, proprio quando meno te lo aspetti!
Dopo il diploma risposi ad un annuncio di un quotidiano, dove cercavano una praticante di bella presenza presso uno studio di commercialisti. Telefonai e dopo un brevissimo colloquio fui chiamata per essere assunta. Quella fu la mia seconda esperienza di lavoro, ero contenta, e con me venne assunta anche un’altra ragazza Monica, della mia stessa età, in pratica avevamo solo due giorni di differenza. Il lavoro scorreva abbastanza tranquillo, magari quando arrivava il datore di lavoro c’era un’aria leggermente diversa….il suo sguardo, in particolare puntato su di me, era l’unica cosa che mi rendeva un po’ nervosa, mà…, pensavo….che tipo strano! Con la mia collega andavamo sempre a far colazione in un bar all’angolo. Un giorno la proprietaria del bar, circuendoci, ci disse che leggeva le carte, e che, se ci interessava ci saremo potute incontrare. Monica si mostrò molto interessata, fissò subito un appuntamento e naturalmente io l’accompagnai. Ci recammo al bar dopo la chiusura dello studio, erano circa le 20.15. La fattucchiera ci accolse con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e dopo averci fatto entrare nel locale, abbassò subito la serranda. Già lì, me la feci un po’ sotto, ma dato che ero con la mia amica mi feci coraggio. La maga disse: “Con chi cominciamo?”. Fui io la prima. Scartò le carte e assunse un’espressione terribile, tantè che cominciai a preoccuparmi. Mi illustrò una situazione con fattura, fattami da un prete sulla mia vita sentimentale, che avrei potuto sanare versandole in vecchie Lire 1.800.000, in contanti o volendo anche a rate. Simile predizione fu fatta anche a Monica, io non accettai , lei invece concordò con 50.000 lire al mese. Rientrai a casa fortemente scossa e impaurita, non toccai cibo e mi misi subito a letto riflettendo sull’effettiva mancanza di un vero amore nella mia vita. Visibilmente condizionata, ricollegai il tutto alle carte maledette. Fu un crescendo di angoscia soprattutto perché mi sentivo impossessata dal malocchio che, oramai a detta delle carte, avevo in me. Questo pensiero mi turbava notevolmente, sopratutto perché Monica, al contrario di me, pareva avesse risolto i suoi problemi. L’indomani mi recai al lavoro con uno strano malessere, non feci colazione e sentivo la mia gola sempre più secca. Nei giorni successivi arrivò in ufficio una nuova impiegata, Elisabetta, una ragazza dolcissima, con cui instaurammo un ottimo e solidale rapporto. I clienti erano tutti titolari di attività, i quali venivano per portare tutta la documentazione fiscale, e possibilmente pagare meno tasse. Un giorno uno di questi, fece degli apprezzamenti in particolare su di me e il capo rispose: “A lei piace l’aragosta eh?”…. pensai : “Che stron...”.
Una splendida mattina di primavera, con un sole strepitoso, il capo chiamò prima Monica, poi Elisabetta, per andare rispettivamente, una alle poste, e una in banca. Ehi! mi dissi….perché a me no? Avvertii uno strano sesto senso… era riservata per me invece, una bella sorpresina.
Infatti dopo che le mie colleghe alquanto perplesse, uscirono per recarsi fedelmente a svolgere il compito assegnato, io mi sistemai al computer per lavorare. Stavo tranquillamente inserendo documenti fiscali, quando vedo lui procedere verso di me, con passo felpato…. o felino. Bò, non ricordo bene, ricordo solo che le mie mani cominciarono a tremare e l’ansia salire sempre di più. Mi disse: “Qui si lavora eh?” e io sentendomi come una preda che sta per essere catturata risposi: “Sì”. In men che non si dica, mi acchiappò il viso e tentò di baciarmi con voluttà. Spaventata lo allontanai con forza, e urlai: “VADA VIA!”. La finestra aperta, si affacciava direttamente sui parcheggi, quindi per paura che qualcuno sentisse, in lui prevalse il buon senso e, senza pensarci troppo inforcò la porta e scappò! Nel frattempo, rientrarono le mie due colleghe alquanto stanche e accaldate, prima una e poi l’altra, ignare di quanto era accaduto in ufficio. Naturalmente io raccontai loro il fatto, ma il risultato non fu di grande consolazione, anzi avvertii una sorta di invidia. Quando lui rientrò, non mi prese più in nessuna considerazione, si rivolgeva per qualsiasi cosa alle altre due mie colleghe. Mobbing evidentissimo! Poco tempo dopo, io e Monica andammo via e ci organizzammo un centro di elaborazione dati per poter essere autonome. Durante questo periodo il mio stress aumentava giorno dopo giorno. Oramai le ore di sonno erano sempre meno…io però non mi rendevo conto della mia condizione psico-fisica, ed infatti una bella mattina mi svegliai in uno stato inversamente proporzionale a quello del giorno prima. La mia ansia divorando lentamente le mie energie si era trasformata in una specie di ragno che mi stringeva la gola e oramai stava prendendo il comando di tutta la mia persona. Mia madre vedendomi strana mi chiese cosa avessi mangiato il giorno prima per stare così male, ma io risposi di non aver mangiato nulla di particolare. Il ragno stava avanzando sempre più e io mi sentivo sempre più aliena e posseduta, infatti la notte non volli stare a dormire a casa, ma chiesi di andare da mia sorella, la quale mi ospitò. Ero in un vortice di pensieri visibilmente negativi e chiesi di parlare con un sacerdote per avere aiuto e denunciare il fatto grave, riguardante la maga-barista. Arrivò un frate in saio, prof. di religione di mia sorella, il quale consigliò, dopo avermi sentito, di portarmi da un dottore. Fui accompagnata da un giovane medico che, ascoltandomi attentamente, mi prescrisse un sonnifero. Ricominciai a dormire, a riacquistare fiducia e a non credere più alle false predizioni. Naturalmente mia madre è sempre stata presente, col corpo e con la mente, ed è grazie a lei e al giovane medico che ho potuto superare un momento di assoluta fragilità.

Alla prossima……

Baci e abbracci a tutti voi! Maria Grazia

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